L’economista Michael Spence, già premio Nobel per l’Economia nel 2001 e docente presso l’Università Bocconi, durante il suo intervento presso l’Npl Meeting di Villa Cernobbio ha espresso la sua lettura dell’economia globale, così come riportato anche da autorevoli giornali nazionali.
Secondo quanto emerso dall’intervento del Prof. Spence il mondo va in contro a una “globalizzazione frammentata” caratterizzata da “venti contrari”, specie per l’area Euro, che deve misurarsi con i problemi di approvvigionamento energetico e di materie prime in alcuni settori strategici.
De—globalizzazione in atto?
Il fenomeno della de-globalizzazione o globalizzazione frammentata, secondo Spence, è ormai un dato di fatto: il libero mercato globale ha dimostrato le sue contraddizioni e una via di mezzo tra totale globalizzazione e ritorno ai dazi doganali è la compartimentazione del mondo in tante aree, più o meno grandi, di libero scambio, anche perché certe frizioni tra alcuni Stati del globo sembrano insanabili nel breve-medio periodo.
Secondo l’idea di Spence in particolare il sistema cinese sembra che stia per andare letteralmente a gambe per aria, a causa di un ritorno centrale dello Stato investitore e una sfiducia da parte dei privati verso questa iniziativa, correlato ad una decisa diminuzione dei consumi dei privati cittadini sul mercato interno.
Crisi internazionale e problemi globali
Le crisi internazionali degli ultimi tempi, comprese le sanzioni alla Russia e tutto quanto ne discende in termini di problemi di approvvigionamento e costi energetici (non è un caso che sembra ci sia stato un dietro front dell’UE rispetto alla possibilità di decidere se le sanzioni possano essere riviste da ogni singolo Paese membro in ragione delle proprie necessità strategiche in merito al petrolio, per esempio, come riportano alcuni media).
L’inflazione elevata nei Paesi europei e in America non giova di certo, specie per sostenere gli investimenti futuri e in particolare quelli legati alla transizione energetica e all’economia circolare, che non possono essere sostenuti solo da fondi pubblici, secondo Spence.
Perché l’Italia va meglio di altri Partner Europei?
Alla domanda fatta a Spence per capire quali possono essere secondo lui le ragioni delle migliori performance dell’Italia rispetto ad altri partner europei, la risposta del Premio Nobel è piuttosto indecisa.
Riconosce di non comprenderne le precise ragioni per cui sembra stia facendo un pochino meglio degli altri Paesi.
Tutto sommato va evidenziato che la crescita rimane in ogni caso bassa, perché la Germania, che è un grande partner commerciale della Cina, ha trascinato anche l’Italia un po’ più in basso, perché Berlino è, in effetti uno dei nostri principali partner e mercato di riferimento. Forse una delle ragioni delle migliori performance del sistema Paese Italia va cercata nella gestione economica degli ultimi anni.