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ISO SURVEY 2018: come va il trend del numero di aziende Certificate

Periodicamente il comitato ISO pubblica i risultati della ricerca che svolge su tutto il globo terrestre, fornendo al pubblico dati inerenti il numero di aziende certificate secondo i principali standard internazionali pubblicati dal comitato stesso, suddivise per Paese e settore produttivo.

Di Marco Catalani
07/06/2021
in Notizie
0
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Dagli ultimi dati forniti nell’ultima pubblicazione del comitato ISO risulterebbero attivi i seguenti certificati[1]:

NormaTotale Certificati ValidiTotali siti certificati
ISO 9001:2015878.6641.180.965
ISO 14001:2015307.059447.547
ISO IEC 27001:201331.91059.934
ISO 22000:2005&201832.12036.105
ISO 45001:201811.95214.607
ISO 13485:2003&201619.47224.123
ISO 50001:201118.05946.770
ISO 20000-1:20115.3277.291
ISO 22301:20121.5065.282
ISO 28000:2007617666
ISO 39001:20125471.422

 

Va detto che questi numeri, che ad una prima lettura sembrano enormi, specie per gli standard più diffusi, sono in realtà in lieve peggioramento ad un confronto con l’anno precedente[2]:

 Numero totale di certificati comunicati nel 2017 e nel 2018
 Norma20172018variazione in %
ISO 9001:2015758.344739.206-3
ISO 14001:2015251.343258.5663
ISO IEC 27001:201315.84816.5234
ISO 22000:2005&201826.65227.0912
ISO 13485:2003&201615.84014.618-8
ISO 50001:201113.82714.5495

Vogliamo considerare la norma ISO 9001, che è sicuramente la più diffusa nel mondo, e dagli ultimi risultati pubblicati e validi per l’anno 2018 risultano quasi 900.000 Certificati attivi in tutto il mondo e quasi 1.200.000 siti Certificati secondo questo standard, che come è noto a tutti proprio nel 2018 ha ufficialmente concluso i termini per tutte le aziende per espletare il passaggio all’edizione 2015.

Vediamo qui sotto la top ten dei Paesi nel mondo con il maggior numero di certificati attivi alla fine del 2018 secondo la norma ISO 9001 edizione 2015[3]:

StatoN. di certificati
ISO 9001 attivi
Cina295.703
Italia87.794
Germania47.482
Giappone34.335
India31.795
Spagna29.562
UK26.434
USA21.848
Francia21.095
Brasile13.573

 

L’Italia è il secondo Paese al mondo per numero di certificati e comunque sembrerebbe che nel 2018 vi sia stata una flessione che si aggira intorno all’11% rispetto all’anno precedente.

Il dato in termini assoluti dell’Italia rimane comunque un caso singolare, visto che, paragonando il numero di industrie al resto del mondo sembra strano che sia così elevato il numero di aziende certificate. Ci torneremo nelle conclusioni di questo capitolo più avanti, analizzando i singoli settori certificati.

Ecco ora a seguire la top ten dei Paese nel mondo in cui non si ha conferma della Certificazione nel 2018 rispetto all’anno precedente[4]:

StatoN. Certificati ISO 9001
non confermati nel 2018
Cina97.305
Germania17.176
UK11.044
Giappone10.695
Italia9.852
Australia5.941
India4.258
USA3.239
Romania2.732
Spagna2.422

 

Dai dati forniti dal Comitato ISO è evidente un forte calo delle Certificazioni in tutto il mondo, con il dato cinese molto imponente, di quasi 100mila certificati non rinnovati nel 2018 rispetto all’anno precedente.

Del resto non sarebbe impossibile immaginare che un Paese così vasto e dove si concentra un numero così alto di imprese manifatturiere e tipicamente poco allineata agli standard occidentali, come la Cina, non sia interessata a sviluppare “norme” proprie anziché collaborare con l’ISO.

La sfiducia crescente nella Certificazione ISO 9001, aldilà del dato Cinese assolutamente incredibile, come si nota dalle tabelle che sono state sopra esposte è però piuttosto uniforme in tutto il mondo.

Non è un dato che arriva dal 2018, in moltissimi Paesi del mondo, infatti, sono anni che le Certificazioni ISO sono in decremento in termini di numero di certificati mantenuti.

Un esempio su tutti vale per gli Stati Uniti, che hanno perso 3.239 certificati ed oggi vantano  un totale di 21.848 aziende certificate, con una perdita complessiva di circa il 13%. Questo rappresenta il dato più basso per il Paese dal 1997. Al picco del 2006, gli Stati Uniti avevano 44.883 certificati attivi, oltre il doppio.

Ancora più impressionante è il dato relativo al Giappone, almeno da un punto di vista psicologico: dove è praticamente nato il concetto di “Qualità Totale” c’è un abbandono allo standard ISO 9001 per oltre 10.000 aziende nipponiche.

In Europa, a parte il dato di casa nostra, è degno di nota il fatto che oltre 17mila aziende tedesche ed oltre 11mila aziende britanniche abbiano lasciato decadere il proprio certificato ISO 9001 nel 2018.

Probabilmente il fatto che il comitato ISO tiri fuori ogni 6 o 7 anni una nuova edizione della norma non crea certezze, ma fa abbandonare a molte aziende l’idea di doversi nuovamente adeguare ad altri requisiti.

Proponiamo ancora di seguito la suddivisione delle Certificazioni ISO 9001 nel mondo nel 2018 suddivisa per settore[5]:

Per concludere la carrellata dei dati statistici proponiamo di seguito il numero di aziende certificate in Italia secondo lo standard ISO 9001:2015 organizzati per singolo settore produttivo di appartenenza[6]:

E’ proprio qui che può partire l’analisi del sistema delle Certificazioni in Italia: il settore con un maggior numero di certificati ISO 9001 attivi è quello delle Costruzioni. Con quasi 21mila aziende certificate, l’Italia contribuisce, secondo i dati ISO ad oltre il 25%  delle aziende certificate in questo ambito a livello globale (che sono più o meno 75 mila in tutto il globo).

Un dato sicuramente trascinato in alto dal nostro sistema di qualificazione per gli Appalti Pubblici. Infatti è noto a tutti che le aziende edili per poter partecipare a gare pubbliche di appalto devono essere qualificate attraverso l’attestazione SOA, che dalla II classifica di importo in poi (pari a 516.000 euro) sono obbligate ad avere anche la Certificazione di Qualità ISO 9001.

Questo ha generato negli anni la qualifica di un numero impressionante di aziende, talvolta anche di dimensioni molto piccole (spesso microimprese), operanti nel settore dell’edilizia.

Altri settori che hanno in Italia numeri importanti, come quello dell’Educazione e quello della Sanità, hanno in qualche modo dovuto attivare un percorso di certificazione ISO 9001, talvolta perché “obbligati” dalle procedure di Accreditamento Regionali o Ministeriali per poter operare in convenzione con il Pubblico (si pensi agli Enti di Formazione che gestiscono percorsi finanziati ad esempio).

In moltissimi casi le piccole imprese del settore meccanico che operano per conto delle filiere dell’automotive, dell’aerospace, del pharma, o in generale lavorano per grandi gruppi in regime di appalto o subappalto, sono spesso portate dai propri Clienti principali ad adottare un sistema di gestione ISO 9001, al fine della loro qualificazione come fornitori.

I dati mondiali e quelli nazionali ci danno un quadro chiarissimo: gli standard di Certificazione non stanno attraversando un periodo felice e in particolare la norma più diffusa, la ISO 9001, soprattutto in Occidente perde terreno anno dopo anno.

In Italia l’adesione agli standard ISO e in particolare alla norma 9001, in molti casi è praticamente “imposta” dal mercato, ma non nell’ottica di adottare un sistema di gestione volto al miglioramento continuo, ma per lo più volto all’ottenimento del “pezzo di carta” che garantisce e mantiene nel tempo l’accesso al mercato di riferimento sia esso pubblico o privato.

L’esperienza ci ha insegnato che in moltissime PMI italiane infatti per questo motivo trovano conferma le riflessioni già fatte da Nicola Gigante nei Quaderni UNI dedicati al passaggio alla versione 2015 della norma ISO 9001: PMI, consulenti, responsabili della qualità hanno del tutto accantonato, dimenticato, o peggio ancora, forse mai conosciuto le origini della Qualità e della buona organizzazione aziendale, basata sui suoi principi fondamentali.

Il Comitato ISO che ha rielaborato la nuova edizione 2015 della norma si è focalizzato sulle seguenti criticità, nella stesura del nuovo testo:

  • Errata interpretazione della norma nelle edizioni precedenti, specie la Vision 2000, vista come una edizione “meno prescrittiva” e per questo la tendenza è stata quella di crogiolarsi in un “dolce far nulla”.
  • Focus delle aziende sulle finalità del Certificato ISO 9001 e non sull’efficienza e l’efficacia dei processi, che dall’applicazione dei principi della norma dovrebbero discendere direttamente.
  • Mancato coinvolgimento dei Clienti: infatti avere o meno una certificazione ISO 9001 non differenzia più se gestita secondo i criteri 1) e 2) poco sopra citati e il Cliente finale tutto sommato non ci vede alcun valore aggiunto rispetto all’avere o meno l’applicazione di un sistema qualità Certificato
  • Una mancanza di conoscenza e applicazione degli strumenti della qualità. Deming, Ishikawa e Smiths hanno fondato la Qualità, ma si stanno rivoltando nella tomba: nelle PMI la conoscenza degli strumenti che hanno creato i padri della Qualità sono in molti casi praticamente ignoti. Probabilmente anche molti consulenti e responsabili qualità non ne sanno molto e ciò ha contribuito, in parte, allo scadere verso il basso dello standard ISO 9001.

 Fiducia decrescente nei sistemi qualità e nuova ISO 9001:2015 – tratto dai Quaderni UNI di Nicola Gigante[7]

I fattori che abbiamo poco sopra analizzato hanno contribuito e non poco alla decrescente fiducia nell’affidabilità del Sistema di Gestione Qualità e nel sistema di valutazione della conformità rispetto allo standard ISO 9001 e i dati riportati in premessa parlano chiaro sugli effetti che tutto ciò sta avendo in questo ambito.

[1] Fonte ufficiale sito web ISO – https://www.iso.org/the-iso-survey.html

[2] Fonte ufficiale sito web ISO – https://www.iso.org/the-iso-survey.html

[3] Rielaborazione del dato presente sul sito ufficiale ISO Survey 2018 – https://www.iso.org/the-iso-survey.html

[4] Rielaborazione del dato presente sul sito ufficiale ISO Survey 2018 –  https://www.iso.org/the-iso-survey.html

[5] Rielaborazione del dato presente sul sito ufficiale ISO Survey 2018 –  https://www.iso.org/the-iso-survey.html

[6] Rielaborazione del dato presente sul sito ufficiale ISO Survey 2018 –  https://www.iso.org/the-iso-survey.html

[7] Nicola Gigante, Quaderni della Qualità, editi da UNI edizione 2016

Tags: iso survey 2018
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La domanda di qualificazione del Catalogo formativo potrà essere effettuata esclusivamente dagli enti già iscritti, alla data di presentazione della domanda, nell’Elenco dei Soggetti Proponenti qualificati presso il Conto Sistema da Fondimpresa, pertanto le aziende beneficiarie della formazione dovranno prendere contatto con questi Enti di Formazione per poter accedere ai corsi disponibili sui cataloghi formativi qualificati dal Fondo. Il Catalogo sarà valido per tutte le regioni di qualificazione del Soggetto proponente e consisterà di un insieme di corsi formativi strutturati per conoscenze e competenze, individuate nell’Elenco di riferimento adottato da Fondimpresa, comprendendo per queste ultime idonee attività di valutazione finalizzate al rilascio all’allievo di una attestazione degli apprendimenti acquisiti trasparente e spendibile, un passaggio importante già presente all’interno dell’Avviso 2-2022 precedente, che consentiva di realizzare così solo interventi formativi che avessero un riconoscimento valido anche fuori dall’azienda dell’appartenenza del lavoratore che ha fruito della formazione finanziata. L’Elenco delle Competenze che il Fondo ha preso in considerazione è definito nei seguenti ambiti, coerenti con la suddivisione definita dalla Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (2018/C 189/01): • A. 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Gli enti possono presentare la domanda di finanziamento esclusivamente singolarmente e la novità che sembra esserci per questo avviso è l’aumento della capacità di presentazione di ogni soggetto pari al 15% del valore del proprio accreditamento. I Piani formativi, composti dei corsi contenuti nel Catalogo al quale si riferiscono, possono essere presentati esclusivamente attraverso la piattaforma informatica messa a disposizione da Fondimpresa ai Soggetti Proponenti, nelle seguenti finestre temporali: • dalle ore 9:00 del 16 ottobre 2023 e fino alle ore 13:00 del 31 ottobre 2023 • dalle ore 9:00 del 07 maggio 2024 e fino alle ore 13:00 del 21 maggio 2024 • dalle ore 9:00 del 16 settembre 2024 e fino alle ore 13:00 del 30 settembre 2024 Le aziende interessate quindi dovranno tenere traccia di queste finestre per comprendere quando potranno partecipare ad attività formative finanziate facendo riferimento ai cataloghi formativi presentati dagli Enti Proponenti. 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